martedì 29 giugno 2010

esseri speciali

nella classe di bimbi delle elementari le maestre avevano formato un piccolissimo gruppo di bambini "speciali" che, con una maestra tutta per loro, si allontanava dal resto della classe per seguire un programma più accurato che potesse andare incontro alle loro esigenze "diverse".
facevano parte del gruppo L, che aveva evidenti deficienze mentali e un ritardo che non le permetteva, nonostante i quasi nove anni, di leggere e di scrivere.
poi C, una bimba che a otto anni ne dimostrava già trenta, con alle spalle già un numero troppo alto di operazioni al cuore e lei piccina, che stava sempre in un angolo e sfregava tra loro ossessivamente le mani.
poi c'era D, un dolcissimo bimbo affetto da sindrome di down, innamorato di tutte le compagne di classe.
c'era M, nato con un leggero ritardo, dovuto ad una mancanza di ossigeno al cervello durante il parto.
c'era N, un bimbo gracile e delicato con una storia familiare molto difficile.
ed infine c'era una bimba bionda, timida, mite. "troppo" mite.
quella bimba ero io.
ehi, ti sto raccontando una storia vera. credimi.

la maestra ci insegnava a scrivere, a formulare frasi compiute, a rimanere concentrati e noi potevamo godere della sua totale dedizione.
essere considerata una bambina speciale mi faceva sentire strana. magica.
ero sempre molto malinconica ma nel momento in cui ci separavamo dalla classe per raggiungere la nostra auletta io diventavo ancora più triste.
stavo sempre vicino a D che era come un bambolotto che sorrideva e elargiva baci a tutti. ero la sua mammina minuscola. mi prendevo cura di lui.
e volevo bene a N. gli volevo un bene diverso, come noi d'altronde eravamo considerati.
N aveva sempre il gesso, su un braccio o su una caviglia. aveva ossa fragilissime e bastava una piccola caduta per spezzargliele.
a volte quando si rompeva non piangeva nemmeno. rassegnato si faceva accompagnare all'ospedale da dove ritornava tutto irrigidito da bende pronte per essere sporcate di scritte e disegni.
a volte mi sentivo nei suoi occhi e nella sua pelle. aveva occhi celerini e pelle trasparente.
mi prendeva lo stomaco N, mi spaccava il cuore con il suo sguardo e le storie che raccontava.
C invece mi metteva paura.
era una bambina vecchia che ci osservava in disparte con occhi torvi e spalle curve.
mi faceva impressione con le sue gambe scheletriche e le rughe sulle guance.
a volte sua madre, quando le vedevo insieme all'uscita da scuola, mi sembrava una bambina confronto a lei.
ehi, credimi, ti sto raccontando una storia vera.

essere speciale mi regalava l'opportunità di non dover dimostrare niente a nessuno.
mi ero liberata della competitività che dominava nella classe.
ero come ero.
lenta.
ritardata forse.
silenziosa.
solitaria.

un gioco che facevo spesso nella mia camera;
mi sedevo per terra davanti allo specchio e narravo storie fantastiche cantandole ad alta voce.
c'era questa poesia nel volume di carrol tra le due favole di "alice nel paese delle meraviglie" e "attraverso lo specchio".
iniziava così: "bimba dagli occhi di sogno e di chimera..."
la conoscevo a memoria, dopo averla cantata in mille modi diversi, dopo averla modulata su tutte le tonalità e offerta alla me stessa di fronte allo specchio.
a volte piangevo anche un po'.
piangevo di bellezza.
come se non fossi in grado di sopportarla tutta. tutta insieme dentro di me.

un giorno eravamo stati lasciati in silenzio nella auletta per scrivere un temino.
la finestra che avevo di fronte era come lo specchio di alice.
vedevo attraverso.
pensavo.
e scrivevo.
ho descritto l'albero che mi stava davanti.
una cosa semplice.
ma complessa.
le foglie. i rami forti. le ombre. l'odore. il sussurro del tempo.

la maestra ha letto il mio temino ed è diventata improvvisamente tutta rossa.

dal giorno successivo non ho più fatto parte del gruppo dei diversi.
(sorridi, ti ho raccontato una storia vera...)

13 commenti:

  1. che fossi una diversa si era già capito da tempo (sorrido, ma tremo ancora: le storie vere mi fanno sempre un certo effetto)

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  2. Stupendo post.

    Grazie mille per il bel commento, CIAO!!! :-D

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  3. grazie Clay... mi piace in fondo in fondo essere diversa..

    ciao Lario! grazie a te per essere passato!

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  4. Sono stata una bambina diversa anch'io, troppo silenziosa, troppo sensibile, con troppa fantasia, troppo "strana". Ma ho imparato a farne tesoro. Ciao.

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  5. post emozionante...tra l'altro mi è anche capitato, anni fa, di fare l'educatore di sostegno in una scuola elementare...bello avere l'opportunità di non dimostrare niente a nessuno...

    marco o starmorning, scegli tu...

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  6. Laura sei veramente straordinaria, e come ti ho già scritto davvero brava, posso farti da agente...?!?
    :-)

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  7. grazie Ada di essere passata in visita tra le mie pagine... forse tra "strani" ci si capisce meglio, no?

    polly! però così quella a diventare rossa sono io!
    grazie comunque...

    marco, o starmorning (ma tu quale preferisci?), grazie... quando si è bambini "si fanno delle cose alle volte, che c'è da rimanere secchi"! *
    *citato paro paro baricco in oceano mare. eheh

    amico jarrettiano, guarda che non è mica tutto oro ciò che luccica (-;
    un abbraccio...

    Laura

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  8. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  9. Tu, farai "sempre" parte dei diversi. Ma non è qualcosa di cui rattristarsi, anzi !
    Credo, a ragion veduta, di poter essere uno di quelli, che meglio possano comprenderti, forse per più motivi di quelli che pensi...

    Ciao, collega ! :-))

    (Sorridi, è tutto vero...)

    D.I.

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  10. la diversità è spesso ricchezza..
    non sempre un'educatore riesce a coglierne tutta l'importanza..
    post meraviglioso...
    penso intensamente ai miei bambini diversi...che purtroppo non avranno mai nemmeno una maestra tutta per loro..
    ma soltanto io ...con la mia fatica, i miei limiti, la mia stanchezza...annika

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  11. Ma che bello quello che hai scritto: è una cosa di cui mi ricorderò.Spesso i miei bambini diversi, tanti in 18 anni di scuola, sono stati speciali per me, insegnandomi molto.Lo dico veramente senza nessuna retorica.

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  12. Laura, mi ricordo la tua amarezza di bimba che faceva parte della classe dei "diversi", ma mi ricordo anche che quel "temino" venne poi letto davanti a tutta la classe di genii e il commento della maestra che diceva che un tema così bello non l'aveva mai letto in tutta la sua carriera! Ti hanno liberata, mettendoti a riparo, e ti hanno insegnato a scrivere, cosa che (se ben ricordo) ti ha salvato poi per il resto della tua carriera scolastica!!! Sei molto brillante e intelligente, ma eri timida e mite, in una classe di super intelligentoni tutti figli di notai medici politici etc etc...

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dicono la loro: