mercoledì 17 novembre 2010

Diventare grandi

In una stanza accanto alla mia un pianoforte suona chopin, una musica dolce si insinua sotto la porta e mi culla lieve.
Invece chiudo gli occhi rassegnata mentre ora desidererei solo silenzio.

Sprofondata nel divano di pelle nera del camerino dell'auditorium dell'orchestra rai di torino, sono senza forze, senza anima.
Guardo la mia vita da fuori con stupore: quella giovane donna di fronte all'orchestra che canta sono io.

Qui, nel tempio della musica, con i miei vestiti poco eleganti, i soliti stivaletti bassi, la maglia di lana grigia che perde pelucchi.
E non vorrei cambiarmi con nessuna.

Niente tacchi, niente scolli, niente abiti vistosi.

Solo il mio studio matto, solo il mio canto.

Sono svuotata e stanca, il cielo fuori dalla finestra è azzurro e illumina per un attimo i miei occhi.

Sono io quella donna che canta accanto al direttore.
Sono io quella donna in abito da sera che s'inchina al pubblico.

Trattengo in una morsa stretta tra le mandibole tutte le emozioni che mi attraversano.
Il pugno chiuso sul petto.

Venerdì saró canto nelle case delle persone, in diretta da Torino.
Saró le orecchie di mia madre e di mio padre.
Saró lo stupore di mio figlio piccolo che dirà: mamma canta.

Saró la paura di sbagliare, saró la bellezza della musica.

Raccolgo in fretta lo spartito e mi precipito in palcoscenico: la prova sta per ricominciare.

5 commenti:

  1. mi ha colpito la stanchezza e il senso di vuoto, ma forse è solo un momento oppure c'è la coscienza di una passione che qualche volta è un lavoro...

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  2. Caro Clay, dal momento che mi pagano per cantare, questo non può essere che considerato un lavoro a tutti gli effetti.
    Un lavoro che coincide anche con la passione e che porta con sé pro e contro.

    L

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  3. Ti capisco. Passione e lavoro insieme sono due forze che tirano ognuna dalla propria parte. Equilibrio incerto, compromessi innumerevoli. E la stanchezza ogni tanto, che dura solo un attimo.
    Sarai nella mia città. Ti penserò.

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  4. Grazie Ada.
    Sto partendo ora dalla bella e piovosa Torino.
    Ieri sera è andata benissimo e la diretta radio è stato un regalo per tante persone care sparse per il mondo che mi hanno ascoltata.
    Torino mi ha adottata musicalmente parlando.
    Le cose più belle e importanti le ho fatte qui.
    E ci ritornerò a settembre per l'ultima opera in stagione al regio.
    Chissà, magari in quell'occasione potremmo prendere un the insieme.
    Buona giornata Ada.

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  5. Ho letto solo ora la tua risposta.
    Ci conto.
    p.s. Adoro l'opera.

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