giovedì 20 gennaio 2011

la mia eroina

la mia eroina mi ha conquistata con un piatto di spaghetti e con un inchino.

gli spaghetti erano scotti. i più cattivi spaghetti che abbia mai mangiato.
il mio piatto ahimè era riempito fino all'orlo e da brava ospite non avevo osato rifiutare il cibo che mi veniva offerto.
erano scotti e cattivi.
bolliti.
ed io non avevo certo fame, dopo i dolcetti che mi ero trangugiata come aperitivo attendendo l'ora della cena.

lei era accanto a me, con un sorriso stampato sul viso mentre le dicevo "aiuto, non ce la faccio. un'altra forchettata e sto male...". mi ha risposto a mono-sillabi "vedi un cane in giro da queste parti?" "no" dico io, "nemmeno l'ombra".
"ok. ci penso io".
e tra un sorriso e l'altro, rispondendo ad una domanda e l'altra, con una superiorità da Cleopatra regina delle sabbie, si è travasata i miei spaghetti nel suo piatto.
e li ha mangiati.
tutti.

la prima lacrima mi è partita in quella occasione.


la mia eroina non solo mangia schifezze senza battere ciglio, ma canta anche come un angelo; è la principessa più principessa che abbia mai conosciuto.
volitiva, risoluta, dolce, comprensiva, azzurra e sberluccicante. (a parte quando entra in scena cadendo rovinosamente sul sedere. e a volte succede).

ad ogni recita quando era il momento della sua difficile aria, mi appiattivo dietro ad una quinta ad ascoltare rapita la sua esecuzione.
tenevo il fiato sospeso in una sorta di apnea di agitazione e ammirazione.
e lei era sempre una sopresa: intonata, presente, emozionante.

nei saluti finali lei era l'ultima ad entrare sul palcosecnico per prendere gli applausi, mentre noi della compagnia eravamo già schierati sul fondo, appagati dai nostri appena ricevuti; nell'ultima recita di flauto magico la mia eroina è entrata correndo e in sala è esploso un boato di applausi e riconoscimenti da mozzare il fiato.
lei si è inchinata e li ha accolti.

ed io, dietro, con il cuore in gola mi sono nuovamente riempita gli occhi di lacrime di orgoglio e di affetto.

3 commenti:

  1. Sono affascinata da come la voce si libera nello spazio. Ricordo un'immagine di un film che si intitolava "la doppia vita di Veronique", in cui il canto volava verso l'alto come un uccello, sopra le persone e tutto, era bellisimo e straziante.

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  2. ricordo bene questo film; anche a me ha impressionato molto, per la carica di mistero e per le immagini, tra cui il canto che sale come in volo e la ragazza che subito dopo sviene.

    la voce cantata che riempie uno spazio così grande come un teatro senza bisogno di amplificatori è una cosa impressionante e di grande soddisfazione.

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  3. Grazie per il tuo gentile commento nel mio blog:)

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dicono la loro: